Serse

Cartoline di mare

4 OTTOBRE 2019 – 12 GENNAIO 2020

ATRIO MONUMENTALE ASP – ITIS

Dare visibilità alla condizione fluida per eccellenza, in costante mutamento, è stata da sempre una sfida per le arti. Se potessimo immaginare due estremi nella scala di rappresentazione dell’acqua, questi potrebbero essere la goccia e il mare, il dettaglio e lo sconfinato. La trasparenza dell’elemento, la sua cangianza e pervasività sono difficili da descrivere in una forma, quasi che lo stesso concetto di forma venga contraddetto dalla natura dell’acqua. Le emozioni che si provano nell’osservare la vastità di un orizzonte marino non sono facili da descrivere nella loro oscillazione fra serenità, malinconia e timore, considerando la forza e la temibilità di un elemento che può travolgere qualsiasi cosa, condizione quest’ultima così efficacemente restituita nei capolavori del romanticismo, da Friedrich a Turner. Nelle parole di poeti come Umberto Saba, o Biagio Marin, emerge una visione del mare che nasce dall’osservare il litorale nordadriatico. Lo starsene “dietro al Faro” di Saba in una pensosa riflessione sul venire meno delle cose, “presso l’ampio mare solo seduto” (“In riva al mare”, 1920); la vicinanza fra il viaggio e l’esistenza descritta da Marin nel dialetto di Grado: “Barca de la gno vita/mai rivagia in porto”.
Non è un caso che l’immagine del mare, e più in generale dell’acqua, abbia una grande rilevanza per l’opera di un artista qual è Serse, di origini venete, ma triestino di adozione. Osservando i suoi lavori non sono più le parole a parlarci di quell’elemento minimo e vastissimo, ma le immagini nel loro silenzio, un silenzio che permette a ognuno di rivivere stati d’animo non meno fluidi e difficili da descrivere dei sorprendenti disegni che stiamo osservando. Restituire l’immagine della cangianza e del mutamento è il compito che si è dato Serse, cioè portare al limite dell’ancora descrivibile e riconoscibile quello che per sua natura muta incessantemente. Come avviene nei grandi paesaggi privi di ogni umana presenza, cioè paesaggi ‘smisurati’ e per questo sublimi, di alcuni anni orsono e nei recentissimi lavori, dove è sempre la rappresentazione dell’orizzonte marino il soggetto che viene descritto dal paziente valersi di ogni possibilità della grafite.
La ripetizione del medesimo soggetto, ad esempio lo sciabordìo sulle rive, permette lo sviluppo di una serie di opere nelle quali la sequenzialità dei Riflessi sull’acqua è allo stesso tempo descrizione minuziosa del movimento, e limite del rappresentabile; solo l’accurato controllo del gesto evita che l’immagine diventi puramente astratta. Fra le opere proposte, vengono presentate per la prima volta negli spazi di ARCA, la serie delle Cartoline di mare, che richiamano la poetica di un altro cantore della prossimità e della lontananza, Nico Orengo, torinese, ma di origini liguri. Il piccolo formato permette all’artista di generare una sorta di mosaico d’immagini, aventi come unici soggetti il mare e le sue rive, il cielo e le sue nuvole. Modi per ripercorrere quel sentire panico che contraddistingueva la stagione romantica. Ora il piccolo formato tiene insieme vastità e limite, mutamento e descrizione di una realtà, percepibile dai nostri sensi, ma inseparabile dalla nostra relazione ancestrale con l’infinito.
“Spontaneo e regola / è il mare, diviene /senza storia, di onda / in onda, e fa eccezione / della terra, modellandosi / a geografia (Nico Orengo).

Riccardo Caldura

Serse, nato a San Polo di Piave nel 1952, vive e lavora a Trieste. Noto a livello internazionale per la particolarità del suo lavoro, basato esclusivamente sull’utilizzo della grafite su carta, è stato per questo inserito nel volume Vitamine D. New Perspectives in Drawing edito da Phaidon Press. Moltissime le mostre personali e collettive, fra le quali si segnalano quelle tenute nelle seguenti istituzioni: Parkview Museum a Pechino e Singapore (2018-2019); Palazzo del Governatore, Parma, (2018); Tan Guobin Museum, Changsha, Cina (2017); Museo Nacional de Bellas Artes, Havana, Cuba (2017-2018); Museum of Modern and Contemporary Art of Saint-Etienne Métropole, Francia (2014); Centre Pompidou, Musée National d’Art Moderne, Parigi (2013); Museo d’arte moderna e contemporanea, Rimini (2012); Ex Pescheria-Salone degli Incanti, Trieste (2010-11); Musée des Beaux-Arts et d’archéologie, Besançon, Francia (2010); Palazzo Reale, Milano (2007); De Garage Cultuurcentrum, Mechelen, Belgio (2006); III Biennial of Valencia, Spagna (2005); S.M.A.K., Gent, Belgio (2004); Rufino Tamayo Museum, Mexico City, Messico (2002); Centro d’arte contemporanea Luigi Pecci, Prato (2002); Kunstverein Augsburg, Augsburg, Germania (2000).

Lunedì ‒ Domenica: 15:00 ‒ 19:00

Via Pascoli, 31
34100 Trieste
Visite previo appuntamento info@arcacontemporanea.it